Casale Monferrato, città fortificata
Il titolo dell’escursione del 22 marzo u.s. era “Casale Monferrato, città fortificata” ma dell’antica città con fortezze, rivellini, doppia cinta di mura è rimasto ben poco! L’unica fortezza è il cosiddetto “Castello” che è stato spogliato di tutto e che di difensivo ha ben poco o niente.
Infatti, dopo l’unità d’Italia, sono state abbattute le strutture fortificate che lo circondavano per far posto alla Piazza del Mercato ed ai giardini pubblici.
Piazza enorme la Piazza Castello, il pullman ci scarica a lato del Teatro Neoclassico e la vista che si apre davanti è sconsolante. Una marea di auto parcheggiate, bisogna fare un grande sforzo di immaginazione per vedere la piazza libera e spaziosa con le carrozze di fine ottocento.
Fortunatamente ci rifacciamo subito dopo, passiamo davanti alla chiesa barocca di Santa Caterina e ci inoltriamo per una via selciata alla vecchia maniera, la via Saffi, sulla quale svetta la superba Torre Civica, simbolo della città. Si raggiunge in breve il cuore di Casale: la Piazza Mazzini in mezzo alla quale si impone la statua equestre di Carlo Alberto che nel 1838 aveva scelto la città come sede della seconda Corte d’Appello del Piemonte ed aveva fatto costruire il primo ponte sul Po. Da Piazza Mazzini già si scorge l’austera facciata romanica della Cattedrale di Sant’Evasio che visiteremo nel pomeriggio. Siamo diretti infatti alla gotica chiesa di San Domenico con tele ed affreschi dello Spanzotti e del Guala, i grandi pittori della zona.
Foto e annotazioni tratte da Gruppo UTL in facebook (post del 21 marzo u.s. di Luciano De Giorgio):
gita a Casale Monferrato, visiteremo una bella gipsoteca, dell’artista locale Leonardo Bistolfi. Per il momento vediamo di scoprire il significato del termine di “gipsoteca” (sempre da Wikipedia):
“La gipsoteca è il luogo dove vengono conservate le riproduzioni in gesso (da cui il nome: in greco antico gypsos significa “gesso”) di statue in bronzo, marmo e terracotta. A volte viene indicata anche come calcoteca, dalla radice greca della parola chalkos, ossia “bronzo”, per indicare il materiale delle opere riprodotte.”