Il Legno nell'Arredo Pubblico
Nell'Est milanese
La nostra ricerca sulle opere lignee presenti negli edifici di proprietà pubblica è circoscritta al territorio al quale Gorgonzola appartiene, l’Est milanese: la zona, grosso modo compresa tra il fiume Lambro ed il corso dell’Adda, è attraversata dal naviglio della Martesana.
Nel caso di palazzo Visconti a Brignano Gera d’Adda si sconfina al di là del fiume, in territorio bergamasco, ma tale eccezione è giustificata dal fatto che l’importante complesso monumentale è strettamente legato alla storia e alle committenze milanesi. Si sono trovati importanti arredi lignei nei palazzi comunali di Inzago e Vimercate, mentre a Gorgonzola, la nostra città, si è individuato nel ponte sospeso sul naviglio Martesana l’ unico manufatto ligneo degno di segnalazione.
Gli oggetti censiti non sono numerosi, poiché in un territorio di pianura irrigua come il nostro, vocato fin dal Medioevo alla coltura intensiva del foraggio e dei cereali, alberi e foreste vennero tagliati per fare posto ai coltivi.
Il legno restò materia prima insostituibile per grandi opere di carpenteria, per utensili e macchinari o negli arredi sacri; contrariamente alle zone alpine e prealpine, dove il legno viene largamente impiegato nell’edilizia civile anche a scopo ornamentale e di rivestimento, in pianura, dove abbonda l’argilla, prevale il cotto.
Dove invece il legno viene largamente usato anche in pianura, secondo tipologie diverse per le modeste abitazioni o per i palazzi nobili e le ville “di delizia”, è nei soffitti, presenti fin dal XV secolo e ovunque le non eccessive dimensioni degli ambienti consentissero di trovare travi portanti di adeguata lunghezza e robustezza.
La nostra ricerca ha perciò operato una selezione tra i numerosi soffitti lignei trovati: si sono quindi schedati soltanto quei manufatti che presentano particolari caratteristiche stilistiche, tralasciando i più ripetitivi.
La scarsità degli oggetti da arredamento reperiti e descritti nella ricerca dipende dal fatto che i palazzi, diventati di proprietà pubblica all’estinzione delle nobili famiglie che li possedevano, sono giunti a noi spogliati degli arredi più preziosi; le nuove funzioni assunte dagli edifici, generalmente adibiti a sedi comunali, non hanno di certo favorito l’acquisizione di mobili di pregio.
Dopo la preliminare ricerca bibliografica, si sono effettuati i sopralluoghi e i rilievi fotografici, nel caso di restauri recenti o ancora in corso d’opera, si sono interpellati i direttori dei lavori, mentre per quanto riguarda le maestranze e gli artigiani le ricerche d’archivio sono state infruttuose, e pertanto non abbiamo indicato nelle schede, tranne la n. 13, i nomi degli esecutori.