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L’Abbazia di Morimondo ed il Castello di Belgioioso

14-01-2014

“Tagliare la nebbia col coltello”, nessun modo di dire è mai stato così vero come nella giornata del 12 dicembre del 2013.
Da parecchi anni, noi del gruppo viaggi culturali dell’UTL di Gorgonzola, cerchiamo, prima del Natale, una meta abbastanza vicina che abbia qualcosa di mistico o che ci faccia meditare, come presepi in chiese particolari , o un convento o un museo di arte sacra. Quest’anno avevamo scelto l’Abbazia di Morimondo vicino ad Abbiategrasso. Ebbene, per via della nebbia, io non ho visto neppure la fiancata e l’abside della chiesa!
Viaggio nel nulla, poi, quasi miracolosamente, il tom tom ci porta nel piccolo paese di Morimondo che ci è sembrato disabitato, tutti rintanati in casa… una desolazione.
Fortunatamente le due brave guide ci hanno fatto apprezzare il magnifico convento fondato nel 1182 dai monaci francesi provenienti dall’Abbazia cistercense di Morimondo.
I monaci di Morimondo furono una tra le prime significative presenze sulle terre vicino al Ticino dalle parti di Vigevano ed Abbiategrasso. Era obbligo per i Monaci fondare un monastero in un luogo paludoso ed allora, per via delle acque del Ticino che esondavano, il terreno che sarà dell’Abbazia era perfetto perché presentava lande stagnanti e melmose. Saranno i monaci ad avviare una progressiva trasformazione del territorio imbrigliando le acque.
Ora i religiosi non abitano più il convento che è diventato un museo. La chiesa invece ospita la parrocchia del paesino di Morimondo. La magnifica fabbrica di mattoni a croce latina ci stupisce per le sue proporzioni asimmetriche per meglio rappresentare la forma piegata nel dolore del Cristo Crocifisso.
Con le guide vediamo nella chiesa la Madonna con il Bambino di Bernardino Luini che risale al 1515. Poi il chiostro dove è stato approntato un Presepio etnico, segue la visita del locale Capitolare con bellissime volte ogivali. Nella sala Scriptorium è stato approntato un banco da lavoro per potere immaginare il duro lavoro dello scrivere. Confezionare  un manoscritto era un’operazione lunghissima e molto faticosa. Un copista ha lasciato in un codice del VIII secolo “Carissimo lettore, prendi il libro soltanto dopo esserti lavato le mani, gira i fogli con delicatezza, tieni lontano il dito dalla scrittura per non sciuparla. Chi non sa scrivere crede che non occorra nessuna fatica, invece come è penosa l’arte dello scrivere! Affatica gli occhi e spezza la schiena! Tutte le membra fanno male! Tre dita scrivono ma è l’intero corpo che soffre!” Dovevano poi  stare molto attenti a non sbagliare, inoltre non avevano il riscaldamento e la luce che filtrava dalle piccole finestre era davvero poca.
Vediamo poi un piccolo Museo di arte sacra con oggetti raccolti nelle chiesine dismesse dei dintorni.
I monaci di notte riposavano (molto poco) tutti insieme in una unica sala e al freddo! Vediamo così  il loro dormitorio e meditiamo.

 

Ci si riscalda in un ristorantino in zona, dopo un pasto frugale (abbiamo preso esempio dai monaci) ci inoltriamo nella fitta nebbia alla volta del Castello di Belgioioso. Il Castello fu fatto costruire nel 1370 da Gian Galeazzo Visconti che lo apprezzava in modo particolare per l’abbondanza di selvaggina che popolava i boschi circostanti.
E’ rimasto come l’ho visto quaranta anni fa, avrebbe bisogno di una bella sistemata! Il Comune che in parte ne è diventato proprietario, ha in programma il restauro.
Per ora è stata restaurata solo una parte, questa viene gestita da una società che cura eventi, mostre, manifestazioni culturali.
Il freddo e l’umidità si fanno sentire anche perché la guida, un signore distinto con un elegante feltro nero, ci intrattiene lungamente all’esterno per raccontarci tutta la storia…
1000 anni di storia non finiscono mai sino a quando, piuttosto bruscamente, chiediamo di vedere i saloni all’interno.
Le enormi sale affrescate meritavano di essere viste. Anche il giardino doveva essere molto scenografico, ma la nebbia ed il buio ci hanno fatto vedere ben poco.
All’uscita ho chiesto notizie circa il lungo corridoio alberato che si snoda lungo il perimetro del giardino a ridosso del muro di cinta. Era la ombrosa passeggiata dei nobili durante i mesi estivi.
Torniamo con la nebbia che non si è alzata neanche un attimo, grazie al navigatore l’autista ha trovato la strada di casa.
Non so se programmeremo altre uscite a breve. Il tempo in Lombardia può riservarci tristi sorprese.
Credo che privilegeremo Milano, meta inesauribile di chiese, palazzi, conventi tutte da riscoprire.

Maria Teresa Campora